Carlo Liviero nasce a Vicenza il 29 maggio 1866, primo di quattro figli.
Il padre Paolo si trasferisce, per motivi di lavoro, a Monselice (PD), quando il piccolo Carlo aveva solo quattro anni. A scuola si distingue per la sua brillante intelligenza, e, dopo le classi elementari, frequenta il Ginnasio privato a Monselice. Entra nel seminario di Padova e nel 1888 viene consacrato sacerdote.
Prima, parroco a Gallio (VI), allora povero paese sull’Altopiano dei Sette Comuni, poi ad Agna, nella bassa pianura padana, svolge un’instancabile opera di promozione umana e cristiana a favore di ogni categoria di persone, riuscendo a trasformare le comunità parrocchiali in cui opera dando vita ad opere di grande respiro, mettendo in mostra le sue eccellenti doti umane e spirituali.
Viene pertanto ordinato Vescovo il 6 gennaio 1910 da papa Pio X che gli affida il compito di guidare la diocesi di Città di Castello, nella quale farà il suo ingresso il 28 giugno 1910.
Giunto in diocesi avvia quasi subito grandi opere, tutte a favore delle persone in difficoltà: la Scuola Elementare Maschile Vescovile (1910) e la Tipografia Vescovile (1912), divenuta poi, nel 1917 Scuola Tipografica Orfanelli Sacro Cuore.
Allo scoppio della prima guerra mondiale fonda l’Ospizio Sacro Cuore (1915) per accogliere gli orfani ed istituisce la Congregazione delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore per assistere i bambini e continuare le sue opere caritative.
Successivamente apre la Libreria Sacro Cuore (1919), il Pensionato Sacro Cuore (1920), la Colonia Marina Sacro Cuore a Pesaro (1925) per i bambini di Città di Castello che avevano bisogno di cure per la loro salute ed un cinema per ragazzi nelle ex chiesa di Sant’Egidio, dalla quale prenderà poi il nome (1931).
Fonda, inoltre, il settimanale Voce di Popolo e il Bollettino Diocesano per poter comunicare con tutti i sacerdoti.
Particolarmente attento alla liturgia e appassionato di musica, nel 1931, incarica Don Rolando Magnani di costituire una Schola Cantorum per la sua cattedrale.
E’ ricordato come un Vescovo intraprendente, coraggioso, capace di portare la fede e la carità in ogni angolo della diocesi.
Parlando di lui il Giornale d’Italia, nel 1923, lo definisce l’uomo della carità, una carità senza confini, libera da schemi e da paure.
Il 24 giugno 1932, mentre si sta recando presso la Colonia di Pesaro, rimane coinvolto in un grave incidente stradale, riportando gravi ferite. Muore a Fano il 7 luglio dello stesso anno.
Il 27 maggio 2007 la Chiesa lo proclama Beato.
Roberto Arcaleni nacque a Città di Castello il 6 giugno 1883, diciassettesimo di ventiquattro figli, apprese i primi rudimenti dell'arte musicale dal padre, che gli insegnò teoria, solfeggio ed organo; successivamente intraprese anche lo studio del violoncello e del pianoforte con Serafino Balbi.
Le condizioni economiche della famiglia non gli permisero di seguire studi musicali completi e adeguati alle sue capacità. Dovette perciò continuare la sua formazione da autodidatta.
Fu soprannominato "maestrino", per distinguerlo dai colleghi più anziani, essendo lui non ancora ventenne, e per la sua gracile costituzione fisica.
Nel 1905 venne nominato maestro di cappella della cattedrale di San Florido, incarico che mantenne fino al 1931, anno in cui fu costituita la Schola Cantorum “Anton Maria Abbatini” della quale divenne organista praticamente fino alla morte.
Dal 1910 diresse la banda musicale tifernate fino allo scioglimento del complesso nel 1915, causa lo scoppio della prima guerra mondiale.
Nel primo dopoguerra fu impegnato in molteplici attività in campo musicale, come insegnante presso la Scuola Comunale di Musica, come organista presso la Cattedrale e in altre chiese cittadine. Anche durante il Fascismo rivestì un ruolo primario nella vita musicale cittadina, come maestro concertatore e direttore d'orchestra in opere liriche, operette e concerti.
Nel secondo dopoguerra fu soprattutto insegnante e scopritore di talenti, come il soprano Anita Cerquetti e il tenore Adelio Alunni.
Nel 1951 ricevette la nomina di Cavaliere dell'Ordine Pontificio di San Gregorio Magno.
Numerose furono le composizioni di vari generi che produsse durante la sua lunga vita: brani per pianoforte, romanze, trascrizioni e rielaborazioni per orchestra o banda, inni sacri, operette, vaudeville, musica vocale profana e sacra, quest’ultima destinata in particolare alla Schola Cantorum.
Roberto Arcaleni si spense a Città di Castello nel 1973.
Rolando Magnani nacque a Morro Reatino (RI) il 7 maggio 1905 da Dante e Cesira Massini. Ben presto il padre si trasferì, per motivi di lavoro, a Città di Castello, dove Rolando intraprese gli studi scolastici presso il Seminario Vescovile.
Raggiunta la maggior età decise di continuare gli studi teologici presso il Seminario Regionale di Assisi per essere poi ordinato sacerdote il giorno 8 aprile 1928.
Sin dalla giovane età e durante gli studi si dimostrò particolarmente predisposto alle materie matematiche e musicali, tanto che appena ordinato sacerdote l’allora vescovo Carlo Liviero decise di inviarlo a Roma, presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra per perfezionare, attraverso lo studio, le sue doti musicali.
Pur frequentando con profitto l’anno accademico 1929/30, avendo come insegnanti Raffalele Casimiri, Gianni Dobici e l’abate Ferretti e superando brillantemente i vari esami nelle discipline richieste dal Pontificio Istituto, fu costretto ad interrompere gli studi perché richiamato a Città di Castello da Liviero, affinché il giovane Magnani portasse a compimento i progetti diocesani che il Vescovo aveva per Lui in serbo.
Particolare premura di Liviero fu quella di affidargli l’incarico di fondare una Schola Cantorum per animare le solenni liturgie che si svolgevano presso la cattedrale dei Santi Florido e Amanzio.
Tale impegno sino ad allora era stato svolto dall’organista Roberto Arcaleni, assieme ad una piccola cappella musicale, formata da 4 coristi, che ancora non aveva accolto appieno le nuove norme liturgico-musicali indicate da papa Pio X.
Così, nel 1931, nacque la Schola Cantorum “Anton Maria Abbatini”.
Nello stesso anno fu incaricato da Liviero di istituire anche un cinema cattolico per i ragazzi, che fu allestito nella ex chiesa di S. Egidio, da cui trasse il nome.
Collaborò con il professor Luigi Mori nella realizzazione della Meridiana, ancora oggi esistente presso il Convitto Agrario, elaborandone i calcoli.
Svolse il suo ministero sacerdotale in diverse parrocchie della Diocesi Tifernate, tra le quali Riosecco e San Michele Arcangelo, presso il rione di San Giacomo, dove rimase per oltre mezzo secolo.
Oltre che fondatore della Schola Cantorum, che diresse sino al 1996, è ben ricordato dai seminaristi del tempo e dai vari conventi religiosi, sia attivi che di clausura, come valente insegnante di musica, matematica ed appassionato di astronomia.
Fu personaggio di importante rilievo non solo per la sua attività sacerdotale, ma anche per il ruolo socio-culturale da lui svolto nell’ambito della società Tifernate nel secolo scorso.
In veste di direttore del coro scrisse diverse composizioni utilizzate nelle liturgie della Cattedrale ed alcuni brani significativi che accompagnarono le più importanti manifestazioni religiose diocesane (Congressi Eucaristici e Mariani, Sacre rappresentazioni, ecc.) e, su desiderio dell’allora Vescovo Cipriani, realizzò il progetto del nuovo organo liturgico del Santuario della Madonna delle Grazie.
Fu insignito nel 1971 del titolo di Cappellano di Sua Santità e nel 1993 nominato Prelato d’Onore.
Si spense nella propria abitazione, mentre suonava il pianoforte, il 21 febbraio 2004.