Antonio Maria Abbatini nacque a Città di Castello il 26 gennaio 1595 da Masso di Pietro e Piera di Giovanni.

antonio maria abbatini emblemaDopo aver ricevuto i primi insegnamenti musicali dallo zio Lorenzo (sacerdote e maestro di cappella presso la cattedrale di San Florido), studiò successivamente a Roma con i fratelli Giovanni Maria e Giovanni Bernardino Nanino.

Nel Luglio del 1626 divenne maestro di Cappella presso la basilica di San Giovanni in Laterano e nel 1629 si trasferì presso la Cattedrale di Città di Castello dove sposò Dorotea Giustizi, per poi passare nel 1633 al Duomo di Orvieto, dove prese parte anche all’Accademia degli Assorditi.

Rientrò a Città di Castello nel 1636, dove svolse il suo secondo magistero tifernate sino al 1640, quando raggiunse nuovamente Roma per la sua nomina a maestro di cappella di Santa Maria Maggiore.

Mantenne l’incarico sino al 1646, quando, a seguito della riforma del libro degli Inni, promossa da papa Urbano VIII, si trovò in grande disaccordo con Giovanni Allegri, fatto che gli costò il licenziamento.

Dopo un breve passaggio alla Chiesa di S. Lorenzo in Damaso si dedicò, ancora, alla cappella di Santa Maria Maggiore sino al gennaio del 1657.

Stimato da papa Urbano VIII, e A. Kircher, che seguivano i suoi suggerimenti e consigli, fu eletto guardiano dei maestri nella Congregazione e Accademia di Santa Cecilia in Roma. In questo periodo si dedicò alla composizione e pubblicazione di molte opere.

Per alcuni mesi nel 1677 ricopri la carica di maestro presso la basilica di Santa Maria in Loreto, tornando poi in seguito a Santa Maria Maggiore, rimanendovi sino al 13 giugno 1677.

Nello stesso anno si ritirò a Città di Castello dove riprese l’attività di maestro di cappella presso la Cattedrale e dove si spense tra i mesi di marzo e agosto 1679, all’età di 84 anni.

Fu noto compositore del tempo e le numerose opere di musica sacra, in gran parte rimaste manoscritte negli archivi delle chiese dove fu maestro di cappella ed in varie biblioteche, furono scritte in stile del tutto corrispondente alla prassi compositrice della scuola romana del tempo.

Di maggiore importanza fu invece il suo contributo all’opera comica romana, in cui per primo accentuò il carattere singolo dei personaggi, comici o drammatici, e curò quello del recitativo, che rese sempre più secco (accompagnato dal solo cembalo), mentre dette forma ed equilibrio più ampi ai brani d’insieme, specialmente alla fine degli atti.

Tra le sue opere più importanti si ricordano i Discorsi o lezioni accademiche, manoscritto custodito nel Conservatorio di Bologna, la Missa sexdecim vocibus concinenda, Roma 1627, i  Salmi a quattro, otto, dodici e sedici voci, libri V, Roma 1630-1635, i Mottetti a due e cinque voci con Basso continuo, libri V, Roma 1635-1638, le Messe a quattro, otto, dodici e sedici voci, libri III, Roma 1638-1650, il  sesto libro di Sacre Canzoni a due, tre, quattro e cinque voci, op. 10, Roma 1653, le Antifone, i Salmi ed i Mottetti.

Tra le opere teatrali degne di nota sono Dal Male il Bene, commedia per musica in tre atti composta insieme a Marco Marazzoli (autore del secondo atto) su libretto di Giulio e Giacomo Rospigliosi, da Pedro Calderón de la Barca, per le nozze di Maffeo Barberini, principe di Palestrina, con Olimpia Giustiniani (Roma, Palazzo Rospigliosi, 1653); Ione, opera in tre atti su libretto di Antonio Draghi (probabilmente Vienna, Hoftheater, 1666); La Comica del Cielo ovvero La Baltasara, commedia per musica in tre atti, libretto di Giulio Rospigliosi (Roma, Palazzo Rospigliosi, 6 gennaio 1668) ed Il pianto di Rodomonte, cantata drammatica (Orvieto 1633).